Rilanciare e sostenere il Turismo: ecco le sette proposte di Anci al Senato

“Il settore turistico è tra i più colpiti dall’emergenza Coronavirus. Per questo riteniamo necessario un intervento urgente, riassunto da Anci in sette punti qualificanti che, se attuati, potrebbero rilanciare un ambito che nella stagione estiva rappresenta un vero e proprio ammortizzatore sociale per i territori”. Così Anci che è stata sentita in merito alle iniziative di sostegno a turismo, industria, commercio a seguito dell’emergenza Covid.
“Le misure restrittive adottate da marzo 2020 hanno generato enormi ripercussioni socioeconomiche, generando una crisi i cui contorni iniziano ormai a delinearsi con cruda chiarezza: come noto, il calo del PIL per il 2020 è stimato dal Fondo Monetario Internazionale in -9,1%, dato rivisto recentemente dall’ISTAT che stima un – 8,3%. Il calo del Pil – scrive Anci in una nota – si attesta circa ad un meno 11 per cento e in questo scenario sono 220 mila unità di personale in meno per il comparto. Si tratta di numeri importanti che in alcune realtà, soprattutto piccole, stanno causando grossi problemi”.
Da qui le sette proposte Anci (SCARICA E LEGGI), sintetizzate dal sindaco di Mola Di Bari, Giuseppe Colonna, che ha anche consegnato un documento dettagliato ai commissari: “Prima proposta l’istituzione delle zone rosse economiche per le città turistiche, da attivare con un fondo iniziale da 150 milioni di euro. Poi azioni di tutela a imprese e lavoratori autonomi della filiera, fino a fine crisi, attraverso la messa in capo di ammortizzatori sociali. Serve poi – ha continuato Colonna – una iniziativa forte che rilanci il brand Italia con un piano comunicazione di area vasta che veda Enit protagonista. E ancora, rendere fruibili e sicure le spiagge libere e i luoghi spettacolo, superando il limite di spasa del personale per potenziare gli organici polizie locali impegnato in controllo e vigilanza coste. Infine il sostegno alla domanda turistica, attraverso un potenziamento del bonus vacanze e favorendo in particolar modo il turismo a chilometro 0”.
Ricordando gli otto miliardi di perdite che i Comuni hanno subito dall’inizio della crisi – e quindi la richiesta di ulteriori 2,5 miliari di fondi quale ristorno per i mancati introiti -, Anci ha espresso poi “la necessità di potenziare le misure già adottate dal governo verso le piccole realtà produttive del commercio nel periodo dell’emergenza. Occorre una strategia a lungo e medio termine in cui al centro dell’azione ci sia il Comune. Una strategia che attivi politiche di sviluppo basate sulla valorizzazione del commercio di vicinanza, sull’e-commerce, sul marketing territoriale e sulla semplificazione amministrativa. Su quest’ultimo aspetto – ha sottolineato l’Anci – occorre intervenire per potenziare gli sportelli unici per le attività produttive, così da affiancare le piccole e medie imprese impegnate ad intercettare linee di finanziamento”.
Infine i piccoli Comuni. “In questi mesi gli esercizi commerciali nei piccoli centri hanno rappresentato un vero e proprio servizio pubblico. Chiediamo per queste attività delle forme di defiscalizzazione tramite aliquote differenziate, la possibilità di gestione pubblica dei servizi di logistica e il coinvolgimento del terzo settore per l’apertura di nuovi esercizi”.

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