Arera, delibera sbagliata che lede la potestà dei Comuni. Proteste di Anci

Tutti i Presidenti Regionali di Anci hanno firmato  un documento riguardante la criticità derivante dagli interventi di ARERA. Eccone il testo completo (SCARICA E LEGGI)
«Alla luce dell’ultima delibera del 5 maggio dobbiamo constatare che la situazione è drasticamente peggiorata e a nome di tutti i colleghi ti chiediamo un intervento urgente. A tal fine il Presidente di ANCI Emilia Romagna, Andrea Gnassi, che segue per la Conferenza dei Presidenti la problematica in oggetto, ha sottoposto ai Presidenti delle ANCI Regionali, un documento che è stato condiviso e che alleghiamo e nel quale troverai tutti i dettagli.
Intanto, una breve sintesi.
Con questo nuovo e spiazzante intervento l’Autorità:
1)invade la potestà dei Comuni di determinare regolamenti e tributi propri,
2)limita al risibile le detrazioni possibili (alla sola quota variabile, ignorando che le norme di legge prevedono che nella quota fissa siano assorbiti molti costi legati alla raccolta dei rifiuti);
3)costringe ad astrusi e complessi calcoli per definirne l’entità,
4)restringe la platea alle sole attività (codici ATECO) bloccate per DPCM o ordinanza locale, senza per nulla considerare i danni alle attività durante la fase 2 per il rispetto dei protocolli di sicurezza (basti solo pensare a cosa succederà nei prossimi mesi per i pubblici esercizi, la ristorazione, le attività ricettive….),
Il tutto, secondo la delibera ultima di Arera, “in accordo tra i Comuni e gli enti d’ambito”, cioè senza definire un decisore di ultima istanza che per i Comuni ancora a tributo (oltre il 90%) determina seri problemi di legittimità.
Tutto ciò con la scusa formale della “tutela degli utenti” e della “uniformità dei criteri”, asfaltando in un sol colpo ogni possibilità dei Sindaci di operare politiche fiscali e di redistribuzione e senza dare risposta a due questioni fondamentali da tempo richieste da ANCI:
1)Dove sono le risorse per coprire i mancati gettiti derivanti dal servizi rifiuti?
2)Quali meccanismi per modificare il Metodo Tariffario per ottenere nel 2020 immediati benefici tariffari a seguito dei minori costi sostenuti dai gestori nel 2020?
L’eventuale attuazione di questa delibera genererà:
a)problemi di copertura finanziaria ai Comuni,
b)inutile sperequazione territoriale,
c)sicuri contenziosi tributari con gli utenti la cui riduzione di produzione di rifiuti non sarà commisurata alle scarse riduzioni previste da ARERA,
d)aumenti tariffari futuri dovuti all’assorbimento dei costi delle agevolazioni (in pieno contrasto con il principio comunitario del “chi inquina paga” più volte richiamato impropriamente nella delibera di ARERA)
Negli ultimi giorni, numerosi Sindaci stanno sollecitando ad assumere concrete iniziative relative alla problematica in oggetto. Da tempo manifestiamo il disagio rispetto ai provvedimenti di ARERA ma ora, di fronte al drammatico momento che stanno attraversando le attività dei nostri territori e all’irrigidimento degli strumenti per rispondere adeguatamente a tali drammi, riteniamo che sia giunta l’ora di un chiarimento definitivo tra l’ipotesi di servizio pubblico regolato da una Autorità e gestito da privati e un tributo di competenza comunale. Fino ad arrivare ad impugnare la delibera in questione chiedendo un decreto di sospensione urgente.
UNA DELIBERA CHE ESPROPRIA I COMUNI

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